Quick commerce: cos’è e quali sono i suoi vantaggi?
Proprio la soddisfazione del cliente è diventata il nucleo degli acquisti online: prezzo, varietà dei prodotti e velocità di consegna sono fattori determinanti nella scelta dell’e-commerce. E velocità sembra essere la parola chiave del futuro. Questo ha fatto nascere una nuova generazione dell’e-commerce: il Q-commerce o Quick commerce.
Parlare di logistica è, oggi più che mai, parlare di e-commerce e viceversa. Il settore logistico sta vivendo in Europa un periodo di profonda trasformazione, e non solo per i cambiamenti generati dalla pandemia, ma anche per la connessione sempre più forte con i nuovi trend dell’e-commerce. Questo apre a nuove sfide come una logistica sostenibile, maggiormente reattiva ai rapidi cambiamenti del settore e sempre più digitalizzata.
Le nuove tecnologie permettono l’ottimizzazione dei processi e soprattutto permettono di soddisfare una clientela sempre più esigente. Ma cos’è il q-commerce, quali sono i suoi vantaggi e come può facilitare la logistica di prossimità?
Cos’è il quick commerce?
Il q-commerce, abbreviazione di quick commerce, rappresenta la terza generazione del commercio o meglio la nuova frontiera del settore. A differenza dell’e-commerce tradizionale infatti, il quick commerce garantisce al cliente consegne in tempi rapidissimi: da 15 minuti a 2 ore. Nato inizialmente nel settore grocery e per soddisfare esigenze di prima necessità durante la pandemia, sta coinvolgendo man mano sempre più settori.
Il suo punto di forza risiede in una capillare rete di magazzini a livello locale, i cosiddetti dark store, in aree limitrofe a quelle d’acquisto. La consegna dei prodotti avviene dunque in tempi rapidi per:
- la vicinanza ai magazzini logistici
- l’uso dei mezzi utilizzati per le consegne (principalmente e-bike, scooter elettrici o biciclette) che non sono condizionati dal traffico delle grandi metropoli
- una tecnologia sempre più consumer-oriented che attraverso i big data, permette un’ analisi approfondita delle preferenze del consumatore.
Uso di Big Data
Attraverso l’analisi dei dati e l’uso dell’Intelligenza artificiale, le aziende riescono a raccogliere e processare le preferenze dei consumatori, le loro abitudini di acquisto, identificando le proprie buyer persona, accomunate da specifiche caratteristiche (demografiche, comportamentali, con interessi e valori simili). In questo modo non solo si migliorano i processi di customer service, offrendo un servizio mirato e specifico al cliente, ma si riduce il rischio di carenza o eccedenza di merci in magazzino, con una più efficiente ripartizione delle risorse a livello locale.
L’analisi dei dati permette inoltre non solo di registrare informazioni in base ai tipi di prodotto, alle quantità e alla categoria, ma anche alle fasce orarie di maggiore acquisto, le zone della città maggiormente interessate e le quantità richieste. Questa analisi predittiva dunque diventa essenziale nello sviluppo del quick commerce. Quando le aziende non dispongono di informazioni dettagliate basate sui dati, si possono infatti generare inutili perdite di costi.
I vantaggi del quick commerce
Scopriamo dunque quali sono i principali vantaggi del quick commerce, sia per i consumatori che per le compagnie e PMI che si servono di questo strumento.
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Per i consumatori: velocità e qualità
Il primo fattore da considerare è proprio la velocità delle consegne: per il consumatore questa diventa una discriminante fondamentale nella scelta dell’e-commerce. Secondo il nostro studio il 15,7% dei consumatori italiani valuta la velocità come principale fattore di scelta insieme all’assortimento dei prodotti (15%).
A differenza dell’e-commerce tradizionale, nel quick commerce l’assortimento è maggiore rispetto al negozio fisico ma è quello limitrofo alla zona in cui si vive. Una minore scelta dunque rispetto all’e-commerce tradizionale ma con maggiore qualità.
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Per le aziende: inclusione e logistica di prossimità
I dark store, i magazzini diffusi a livello locale in prossimità del cliente, permettono di coprire più velocemente e in maggiore quantità le consegne da effettuare. Questo ha un grandissimo vantaggio poichè diventa anche un incentivo per le piccole attività locali a partecipare a questo processo.
La piccola libreria, il ristorante all’angolo di casa, o il negozio di telefonia alla periferia della città diventano ora parte attiva del processo, senza rischiare di essere schiacciati dai colossi del settore. Questo consente dunque di stringere delle partnership tra le piattaforme logistiche e le piccole imprese del territorio, con una democratizzazione del commercio online.
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Per l’ambiente: mobilità sostenibile
Secondo il nostro ultimo studio, il 92,29% degli Italiani effettua scelte di acquisto considerando il potenziale impatto ambientale di un prodotto o di un servizio. E la Commissione Europea punta ad una riduzione del 60% delle emissioni del settore trasporto entro il 2050. (Fonte: Commissione Europea) Il 45,7% consumatori italiani, ad esempio, è disposto a pagare un sovrapprezzo fino al 10% per packaging sostenibile, dunque l’impatto ambientale di un brand o di un prodotto è sempre più al centro delle scelte dei consumatori.
Nell’e-commerce tradizionale, la consegna urgente è stata spesso considerata nociva per l’ambiente, richiedendo un dispendio di energia maggiore rispetto alla consegna tradizionale.
Il quick commerce al contrario incentiva l’uso di mezzi elettrici come e-bike, monopattini e scooter elettrici riducendo le emissioni di CO2. Inoltre, proprio per la sua natura, è concentrato in zone geograficamente più ristrette, riducendo la distanza tra magazzini e cliente finale. Questo dunque migliora le consegne di ultimo miglio, con risparmio di carburante e minore percentuale di inquinamento atmosferico.
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Crescita in termini di profitti?
La domanda che molti si pongono è se il quick commerce sia conveniente dal punto di vista dei profitti. Senza dubbio con l’aggiunta di costi extra per le spedizioni o con la creazione di partnership, il quick commerce può diventare un modello economicamente sostenibile e conveniente. E questo anche per le imprese che spesso hanno incontrato problemi o che fanno fatica a crescere in questo ambito. Se lo scorso anno le PMI si sono affacciate all’eCommerce in modo reattivo, ora la sfida è passare ad un approccio proattivo e strategico.
Il quick commerce non segnerà dunque la fine dei negozi di vicinato. Il fatto che i piccoli negozi di quartiere e i piccoli produttori siano stati in grado di implementare i propri marketplace, o che dispongano di strumenti per la gestione e l’automazione delle loro spedizioni nazionali e internazionali, può fare la differenza. E non solo come impatto per una ripresa ed una crescita di lungo periodo, ma anche per sperimentare nuovi orizzonti. In questo senso il quick commerce sembra essere il futuro del commercio online.
In un’ottica di strategia a lungo termine, è consigliabile quindi ripensare all’assetto del network logistico. La creazione di hub locali permette di aumentare i livelli di servizio, ridurre i chilometri percorsi e il numero di mezzi utilizzati, avendo anche un impatto positivo dal punto di vista ambientale. La domanda di rapidità crescente da parte dei consumatori può dunque essere improntata alla sostenibilità ed inclusione.
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